Come tutti gli animali, i nostri cani e gatti di casa possono essere soggetti a infestazioni parassitarie.
Fortunatamente al giorno d’oggi possiamo contare su una vasta gamma di prodotti, specifici per i diversi parassiti, che vengono commercializzati in varie formulazioni (compresse, spot-on, collari, ...). Al contrario di pochi decenni fa, quando anche combattere le comunissime pulci poteva essere complicato, ad oggi la scelta degli antiparassitari è davvero ampia. Come fare, dunque, per orientarsi nella scelta? Indubbiamente è importante distinguere tra i farmaci utili a prevenire le infestazioni e quelli indirizzati a curarle una volta che si sono instaurate. Inoltre non va dimenticato che ogni animale è soggetto a malattie parassitarie diverse a seconda del suo stile di vita e del luogo geografico in cui vive. Per queste ragioni lo stesso antiparassitario non è indicato per tutti i soggetti.
Ma che cos’è un parassita? In biologia, un parassita è un organismo il cui metabolismo dipende da un altro organismo vivente, detto “ospite”, con il quale è associato più o meno intimamente, e sul quale ha effetti dannosi.
Esistono molti tipi di parassiti: la prima grande divisione può essere fatta tra parassiti interni (endoparassiti) e parassiti esterni (ectoparassiti).
Tra gli endoparassiti più comuni ricordiamo quelli intestinali, che si dividono in protozoi (coccidi, giardia, toxoplasma), nematodi (i cosiddetti “vermi tondi”, come gli ascaridi) e cestodi (“vermi piatti”, come le tenie).
La maggior parte di questi parassiti si insinua nell’ospite mediante un ciclo oro-fecale (ingestione di materiale, ad esempio terra, contaminato da feci infestate) e causa sintomi più gravi negli individui molto giovani e in quelli debilitati. Si possono manifestare diarrea, disidratazione, perdita di peso, ritardo nella crescita e qualche volta addirittura la morte. Nonostante prevenire queste infestazioni non sia facile (basta che il nostro animale si lecchi le zampe contaminate al parco), diagnosticare e trattare questi parassiti non è complicato: per la maggior parte di essi, infatti, è sufficiente un esame coprologico e un successivo trattamento antiparassitario mirato, solitamente mediante somministrazione di compresse o paste. Dal momento che gli animali possono infestarsi già nel periodo neonatale e che anche da adulti possono re-infestarsi, è sempre indicato un esame delle feci di controllo non appena si adotta un cucciolo, ed è poi consigliabile ripeterlo almeno una volta all’anno.
Altri endoparassiti possono infestare il cuore e i polmoni di cani e gatti, causando patologie quali la filariosi cardio-polmonare e la strongilosi polmonare.
La filariosi cardio-polmonare è una malattia causata dal parassita Dirofilaria immitis: le sue larve vengono inoculate dalle zanzare nel sangue dei nostri animali. Inizialmente restano a livello di circolazione periferica, ma una volta adulte si stabiliscono nell’atrio destro del cuore e nell’arteria polmonare, dove portano a disturbi del flusso sanguigno e ostruzione dei vasi, arrivando a causare la morte dell’ospite. Per questa ragione, nelle zone endemiche, è bene somministrare prodotti antiparassitari che eliminino precocemente le larve presenti a livello di circolo periferico. Tali prodotti possono essere somministrati mensilmente sotto forma di compresse o spot-on a base di molecole quali ivermectina, selamectina e milbemicina ossima; per i cani esiste anche un farmaco iniettabile, a base di moxidectina, che può essere somministrato tutti gli anni all’inizio della primavera dal medico veterinario.
Tra i parassiti a localizzazione polmonare i più comuni sono Angiostrongylus vasorum nel cane e Aelurostrongilus abstrusus nel gatto. I cani e i gatti si infestano mediante l’ingestione di ospiti intermedi (piccoli gasteropodi terrestri) che a loro volta avevano ingerito il parassita. Una volta ingerito dal cane e dal gatto, il parassita si stabilisce a livello dei polmoni e dei bronchi, causando una sintomatologia respiratoria anche grave. Anche per questi parassiti, diagnosticati con esame coprologico mediante tecnica di Baermann, esiste una terapia specifica con diverse molecole quali febendazolo, milbemicina ossima, ivermectina.
Gli ectoparassiti, cioè quelli che infestano gli animali “esternamente”, comprendono un vasto numero di specie di artropodi, che appartengono alla sottoclasse degli Aracnidi (zecche e acari) e alla classe degli Insetti (pulci, pidocchi masticatori e succhiatori, zanzare, mosche e flebotomi).
Gli ectoparassiti sono importanti perché possono causare lesioni cutanee, possono indurre una risposta immunopatologica e veicolare agenti patogeni di diversa natura.
Le zecche, per esempio, oltre a dare una reazione infiammatoria locale, possono trasmettere patologie come la piroplasmosi (Babesia canis), l’ehrlichiosi (Ehrlichia canis) e la malattia di Lyme (Borrelia burgdorferi).
Le pulci, a loro volta, causano forte prurito nel cane e nel gatto, inoltre possono veicolare parassiti come Dipylidium caninum (una tenia) e causare malattie come la bartonellosi (Bartonella henselae). Dal momento che si nutrono del sangue dell’ospite, nelle infestazioni massive possono portare l’animale ad anemia. In aggiunta, la loro saliva può causare una reazione allergica detta DAP (dermatite allergica da pulci).
Anche le mosche possono creare problemi: alcune specie tendono infatti a deporre le loro uova nelle piccole ferite cutanee degli animali, dando vita a delle larve che si nutrono della loro carne.
Le zanzare, come già accennato, possono trasmettere la filariosi cardio-polmonare, mentre i flebotomi (un tipo particolare di zanzara appartenente al genere Phlebotomus) sono vettori del protozoo Leishmania infantum, che causa la leishmaniosi, una grave malattia del cane che può colpire vari apparati e che, se non curata, porta alla morte.
Tra gli ectoparassiti che possono infestare i nostri amici a quattro zampe esistono anche molti acari. Demodex canis, ad esempio, causa la demodicosi canina (detta anche “rogna demodettica”), una comune affezione della pelle tipica dei cani in età giovanile: i cuccioli neonati solitamente si infestano dalla madre mediante contatto cutaneo diretto durante l’allattamento, motivo per cui il primo sito di infestazione e le lesioni che ne possono derivare si localizzano solitamente al labbro superiore, alle palpebre, al naso, alla fronte ed alle orecchie.
Un altro acaro che può infestare i nostri cani e gatti è Sarcoptes scabiei, agente causale della “rogna sarcoptica”, una patologia dermatologica molto pruriginosa che può essere trasmessa all’uomo con il nome di “scabbia”. Altri acari che possono infestare i nostri animali sono Notoedres cati e Otodectes cynotis (che causano dermatiti pruriginose principalmente a carico di orecchie e testa) e acari del genere Cheyletiella (che causano dermatiti generalizzate su tutto il corpo e possono essere trasmessi anche all’uomo).
Per la lotta a tutti questi ectoparassiti esistono molti farmaci, che somministrati regolarmente agiscono in maniera preventiva sulle infestazioni.
I prodotti più comunemente utilizzati sono le compresse, gli spray, gli spot-on e i collari a base di fluralaner, fipronil, imidacloprid, permetrina, deltametrina. A tale riguardo è molto importante ricordare che le permetrine e i loro derivati sono estremamente tossici per i gatti, che in seguito a somministrazione possono presentare sintomatologia neurologica e morte.
In conclusione, consapevoli di quanti e quali parassiti possono creare problemi nei nostri quattrozampe (e sapendo soprattutto che alcuni di questi possono essere infestanti anche per noi), è molto importante rivolgersi al proprio veterinario di fiducia per avere dei consigli su quali controlli fare e quali farmaci somministrare per una sana convivenza.