Quando si parla di problemi comportamentali del cane e del gatto, è molto facile che si parli anche di stress.

Gli animali, infatti, reagiscono allo stress in molti modi diversi, e l’insieme di queste reazioni costituisce quello che per noi è un “problema comportamentale”.

Ma cosa si intende per stress?

Lo stress è una risposta di adattamento ad uno stimolo esterno conflittuale (detto appunto “stressor”): l’animale prima si mette in allarme, poi valuta l’effettivo pericolo rappresentato dallo stimolo, infine sceglie il tipo di reazione, il cosiddetto “mordi o fuggi”. Una volta risolta la situazione, il cane ritrova il proprio equilibrio, ma soprattutto ha “imparato”: si è adattato a quel tipo di stimolo, quindi ha migliorato le sue capacità di affrontarlo. In questo caso, si parla di “eustress” (stress “buono”), che è importantissimo perché tempra il carattere e aiuta a superare sempre meglio gli stimoli negativi, ovvero le difficoltà della vita.

Si parla invece di “distress” (stress “cattivo”) quando l’animale non riesce a risolvere la situazione in nessun modo, quando cioè si rende conto che non serve combattere, non serve fuggire e non serve neppure rimanere passivi.

Quali sono quindi le più comuni cause di “distress” nei nostri amici a quattrozampe? E quali sono i problemi comportamentali che ne derivano?

Una di queste è per esempio la mancanza di riposo adeguato: come noi, infatti, cani e gatti hanno bisogno di riposare e rigenerare il corpo e la mente. Più di noi, in realtà, poiché dormono normalmente tra le 12 e le 16 ore al giorno, anche 20-22 da cuccioli. La mancanza di riposo, quindi, può portarli ad essere nervosi e a reagire in modo esagerato a situazioni anche tipicamente innocenti: ecco perché non andrebbero disturbati quando dormono, specialmente dopo un’intensa attività fisica.

Anche i problemi di salute possono provocare disagio: un cane o un gatto che soffrono per una patologia (più o meno grave) si trovano in una situazione di stress. In questi casi è sempre bene rivolgersi al proprio medico veterinario, affinché ci aiuti a comprendere e a provare a risolvere il problema in atto.

Le interazioni forzate possono sfociare in problemi comportamentali, soprattutto aggressività: non tutti i cani e i gatti amano i propri simili, non tutti amano gli umani (in particolare gli sconosciuti), non tutti amano i bambini. Essere costretti alla vicinanza con qualcuno con cui sono a disagio, rapportandosi ad esso nel modo che noi gli imponiamo, può causare instabilità: casi emblematici sono i cani costretti a stare nelle aree cani quando in realtà preferirebbero stare in giro da soli con i loro proprietari, oppure i gatti, padroni indiscussi di casa, all’arrivo dell’intera famiglia il giorno di Natale.

I vecchi traumi possono rappresentare una fonte di stress per il cane e il gatto. Un esempio classico è il cagnolino di piccola taglia che subisce un’aggressione da parte di uno più grosso: facilmente, dopo quell’episodio, manifesterà una forte agitazione quando ne incontrerà un altro. Lo stesso vale per gli animali che hanno subito maltrattamenti: ogni volta che qualcosa ricorderà loro una situazione spiacevole già vissuta, essi inizieranno a mostrare segni di disagio. Un esempio è il cane che ha paura della scopa, e che ogni volta che viene utilizzata in casa si nasconde, o le abbaia incessantemente: quel cane, probabilmente, associa la scopa alle percosse. Indubbiamente in situazioni come queste, oltre a cercare di ridurre lo “stressor”, può essere di grande aiuto la visita di un medico veterinario comportamentalista.

Un’altra comune causa di stress è rappresentata dai rumori forti, ad esempio i botti di capodanno, i fuochi d’artificio e i tuoni. Qualche volta queste “paure” si manifestano in cani adulti, che fino a uno-due anni prima non si curavano minimamente di quei rumori. Un metodo in alcuni casi efficace per rendere queste situazioni meno spiacevoli consiste nel “distrarre” il gatto, ma più comunemente il cane, con altri tipi di “rumore” conosciuti: ad esempio accendere la radio o la televisione ad un volume un po’ più alto del solito.

Per quanto riguarda il cane, una vita inadatta alle caratteristiche della razza, ma anche del singolo soggetto, può essere fonte di grande stress: ad esempio un cane iperattivo, come un border collie, preso per tenere compagnia alla nonna con problemi motori, oppure un cane da guardia, ad esempio un cane corso, preso per stare in una casa dove ci sono continuamente ospiti, o ancora un cane poco sportivo, ad esempio un bulldog, portato a fare le maratone.

Soprattutto nei cani, che sono animali sociali, la solitudine può causare problemi comportamentali. Per questa ragione è importante abituarli fin da piccoli a stare un po’ da soli: anche se abbiamo tanto tempo, anche se abbiamo la possibilità di portare il cucciolo con noi al lavoro, è bene lasciarlo a casa qualche volta, in modo che lui conosca anche quella “realtà”. Altrimenti, nel momento in cui dovessimo avere dei problemi (un contrattempo, un nuovo lavoro), possiamo essere certi che il nostro cane vivrà uno stress molto forte, dovuto al fatto che “non è abituato a stare da solo”. Un cambio di routine, infatti, è già di per sé una fonte di stress: cambiare casa, cambiare città, cambiare parco, addirittura cambiare orari può destabilizzare i nostri animali.

E’ bene ricordare, comunque, che la forma più comune di stress a cui vanno incontro i nostri cani e gatti, indubbiamente, è la noia: a questa, però, spesso trovano una risposta da soli. Un classico esempio è il cane (o il gatto) che, lasciato solo, distrugge degli oggetti oppure gratta la porta o il divano: lui ha trovato una soluzione che ovviamente non ci è tanto gradita, quindi sta a noi offrirgli la possibilità di “fare qualcos’altro”. Un aiuto per questo tipo di problemi è il cosiddetto “arricchimento ambientale”, che consiste nel mettere a disposizione del nostro animale dei giochi che possano tenerli occupati quando sono da soli. Esistono per esempio dei giochi nei quali è possibile nascondere dei premietti, in modo che il cane e il gatto siano incoraggiati a “ragionare” per ottenere quello che vogliono; ricordiamoci che la “fatica mentale” qualche volta è più importante di quella fisica. In particolare per i gatti può essere utile creare dei percorsi sopraelevati (mensole, tiragraffi, corde,…) che li stimolino a muoversi e a stimolare il loro naturale equilibrio. E sempre a proposito di gatti, è bene ricordare che una delle cause principali di cistite e conseguente ostruzione uretrale è proprio lo stress! E chi ha un gatto, soprattutto se maschio, sa bene cosa significa correre dal veterinario perché non riesce a urinare.

Come ci accorgiamo, quindi, che il nostro animale è stressato? I sintomi più comuni sono rappresentati dai tremori, dalla tendenza a isolarsi, dall’aggressività, dal leccamento compulsivo di alcune zone del corpo (soprattutto gli arti), dai vocalizzi, dalla tendenza a distruggere oggetti.

E come possiamo aiutarli? Sicuramente possiamo provare con qualche piccolo stratagemma (accendere la radio durante il temporale, evitare di passare la scopa quando il cane traumatizzato è nella stessa stanza, arricchire l’ambiente con giochi e percorsi), e possiamo affidarci al nostro buonsenso e alla conoscenza che abbiamo del nostro animale. Allo stesso modo, però, dobbiamo renderci conto che spesso è indispensabile un supporto dall’esterno, che ci faccia meglio comprendere alcuni comportamenti e ci spieghi come gestirli (qualche volta anche con l’aiuto di farmaci): in questi casi il più grande aiuto è quello del medico veterinario comportamentalista.

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